Venerdì sera, 20:40, ho appena finito di cenare e mi trovo già costretta a pensare al pranzo di domani in famiglia.
Si accende una lampadina: Squiseat.
Squiseat è una startup a cui tengo molto, e non solo perché è stata fondata dal ragazzo di una delle mie migliori amiche.
Alberto, Luca, Ossama e Gabriele, sono loro i quattro informatici cha hanno ideato Squiseat, una piattaforma che mette in vendita a metà prezzo, a fine giornata, i prodotti rimasti invenduti di ristoranti, forni e servizi di catering.
I ricavi vengono divisi tra la piattaforma e il produttore, il quale riesce così a evitare lo spreco alimentare, ricevendo un ritorno economico e rendendo soddisfatto il cliente che ha accesso a prodotti di qualità a prezzi vantaggiosi.
Come sapete, mi piace sempre scoprire come nascono le idee… in questo caso tutto è scaturito da un problema sollevato da Alberto che, durante gli studi, aveva fatto il cameriere di catering: “Che fine fa tutto il cibo che non è stato mangiato?”
Ecco che così, una volta laureati, i quattro informatici, declinando le loro capacità in ambiti diversi, hanno deciso di mettersi in gioco e trovare un modo per risolvere un problema che reputavano essere davvero grave al giorno d’oggi.
Che cosa ha di tanto facile e innovativo Squiseat?
Mi piace particolarmente questo servizio perché oltre ad essere un progetto giovane e 100% bolognese, proprio come il mio, è estremamente intuitivo.
Sono le 20.50 e io oggi, dal momento che ho mangiato particolarmente presto e che mi sono appena messa al pc per lavorare, ho prenotato in 3 minuti il mio pranzo per domani: tortellini di Camilla, la mia amica e proprietaria di Oui in cucina.
Eh sì, perché sono già 30 i locali convenzionati a Bologna e i ragazzi vorrebbero arrivare a un centinaio entro giugno (perciò amici ristoratori che mi state leggendo… non perdete quest’occasione!), per poi replicare il modello in altre città.
Il vantaggio per i locali che aderiscono non è dato solo da un ritorno economico su quello che sarebbe stato buttato via, ma anche grande flessibilità nell’utilizzo del servizio, la valorizzazione dei loro prodotti rispetto ad altri servizi e la consapevolezza di poter contribuire a una soluzione concreta per il problema dello spreco.
Non ci sono costi d’ingresso, costi ricorrenti od obblighi, semplicemente Squiseat trattiene una commissione su quello che viene venduto.
Ho usato Squiseat varie volte, i passaggi sono pochissimi e davvero intuitivi:
– scaricare l’app
– registrarti
– scoprire tutte le rimanenze presenti nei locali, entro 30 km
– scegliere cosa prendere e quando ritirarla.
Ogni giorno avrete una vastissima scelta, i miei punti deboli sono sicuramente la pasta fresca (come nel caso di domani), le pizze al taglio e i piatti di gastronomia.
“Molto dello spreco che proviene dalla ristorazione è frutto della consuetudine per i locali di riempire i banconi per attirare clienti e avere sempre qualcosa di pronto. Se tutti noi ci abituassimo a ordinare i prodotti in anticipo, i locali saprebbero quanto produrre con più precisione e diminuirebbe così il numero dei prodotti invenduti” affermano i ragazzi di Squiseat.
Concludo il mio articolo con un piccolo spoiler: la vendita di rimanenze alimentari è solo il primo step! I ragazzi vogliono creare un marketplace food completamente sostenibile su tutti i fronti: stanno concretizzando la possibilità di prenotare i prodotti a prezzo pieno per i giorni seguenti, organizzando la creazione di una logistica etica e valutando commissioni convenienti per i commercianti. Potranno così coprire non soltanto l’ambito della sostenibilità ambientale, ma anche sociale ed economica.
Io adesso spengo il pc, ma restate in campana perché presto vi posterò qui sotto la foto dei miei tortellini pronti!
