Oggi è il World Food Day, giornata mondiale dell’alimentazione, e ho deciso di aderire all’iniziativa promossa da FAO per far conoscere e ringraziare i Food Heroes, gli eroi del cibo.
Questi “eroi” non sono altro che gli agricoltori, i trasportatori, i volontari che servono il cibo a tavola e tante altre persone.
Ma anche noi possiamo diventarlo, ci sono tantissimi modi per far sì che il cibo nutriente sia accessibile a tutti e, per dimostrarlo, ho deciso di intervistare Fra Giampaolo Cavalli, direttore dell’Antoniano di Bologna che, con la “Mensa Francescana”, dimostra tutti i giorni come sia possibile aiutare chi è meno fortunato di noi.

Un pasto caldo per chi è povero e solo, in un luogo sereno e sicuro, lontano dalla strada, rappresenta il primo passo per ricominciare a vivere. Anziani con una pensione che non basta, donne e uomini senza un lavoro fisso, giovani che vengono da lontano per dimenticare la fame, la guerra, il dolore in cerca del futuro che non trovano nel loro paese.
Ogni giorno, sono accolti da operatori e volontari, che mangiano con loro, seduti alla stessa tavola, per stare in compagnia e creare con loro un legame di fiducia. Così, la mensa diventa casa e pranzare assieme diventa famiglia.

Che ospiti si siedono alla tavola della Mensa?
A pranzo arrivano persone che vivono in una situazione di estrema povertà ed è gente che vive in strada, in alloggi di fortuna e non ha risorse sufficienti per arrivare a fine mese.
Il lavoro precario, un passato difficile alle spalle, la fuga da un paese sconvolto dalla guerra sono solo alcuni dei motivi che spingono le persone a rivolgersi all’Antoniano e raccontare la loro storia. Con tutte queste difficoltà può essere complicato prendersi cura della propria famiglia e dei propri bambini. Proprio per restare accanto a mamme, papà e bimbi in difficoltà, la mensa di Antoniano è aperta anche a cena, ogni lunedì sera. Qui, i genitori possono stare con le altre famiglie, e i bambini possono giocare tra di loro con tutti i giocattoli che portano i volontari. Seduti a tavola, davanti a un pasto caldo, per gli operatori diventa più semplice entrare in sintonia con genitori e bimbi, ascoltare le loro esigenze per provare, insieme, a ricominciare.
La cena del lunedì sera rappresenta un momento di attenzione nei loro confronti, di incontro e di serenità.
L’arrivo del Covid-19 ha fatto sì che ci siano più persone a rivolgersi a voi?
Certamente le persone che hanno bisogno sono di più. Le persone che vivevano in strada sono rimaste più o meno le stesse ma è aumentata la gente che non ce la fa più con le proprie risorse.

Quante persone può ospitare la mensa con l’avvento del Covid?
Da lunedì prossimo ci saranno tre/quattro ingressi a pranzo da cinquanta persone alla volta per fronteggiare l’emergenza fredda, rispettando i protocolli della normativa anti-Covid 19, dal momento che le persone che si servono della mensa dell’Antoniano, ad oggi, sono tra i 150 e i 180 e utilizziamo due sale.
Il lunedì sera, invece, utilizziamo una sola sala destinata alle famiglie e sono circa 30 persone.

Quanti sono i volontari che prestano servizio alla mensa?
Sono una decina i volontari che fanno servizio alla mensa il lunedì sera, mentre la mattina ci sono dei volontari che sono di supporto agli operatori e ai cuochi.
Che pasti vengono cucinati? Come si prepara un pasto?
L’idea è quella di preparare un pranzo che possa essere un segno di attenzione per le persone che vengono alla mensa: che sia un cibo curato e anche adeguato per chi ha regimi alimentari particolari per motivi di cultura e salute.
Altro elemento fondamentale è che non vi sia spreco di cibo, cibo che arriva attraverso le donazioni di singoli, di aziende o acquistato affinché ci sia un pasto completo ogni giorno: un primo caldo, un secondo e la frutta con acqua e pane.
“Operazione pane” … che cos’è?
È una attività di raccolta fondi a sostegno delle mense francescane che sono sparse sul territorio italiano, per aiutarle ogni giorno a garantire pasti caldi, accoglienza e aiuto a chi ha bisogno.
Ci sono quattordici mense in Italia, oggi, e una mensa legata al bisogno alimentare che si trova nella parrocchia francescana di Aleppo.
Di cosa ci sarebbe bisogno ora per garantire maggiore arrivo di cibo?
Per aiutare, le persone possono venire a fare i volontari, scrivendo una mail ad aiutaci@antoniano.it, fare i volontari vuol dire mettere a disposizione tempo e competenze.
Si può fare volontariato per il servizio alla mensa che verrà riaperta fisicamente da lunedì 19, anche se non ha mai smesso di fornire i pasti durante il periodo di emergenza. Si può anche aiutare sostenendo economicamente o attraverso la donazione di beni alimentari con dei pacchi che vengono portati alle famiglie più bisognose.
