Quando penso a una cena con gli amici, la prima immagine che mi viene in mente è una bella cena a base di crescentine.
Quando penso al piatto della domenica, la prima immagine che mi viene in mente è un piatto di polpette al sugo.
Quando penso all’Italia, la prima immagine che mi viene in mente è una grande tavola apparecchiata e soprattutto tante, tantissime voci di persone che ridono e scherzano brindando con un calice di vino.
Queste tre frasi riassumono la mia città, queste tre frasi riassumono il mio paese, in una situazione assurda, surreale, che non avrei mai immaginato di vivere. Il silenzio è assoluto, le macchine che girano per strada pochissime, non scherzo con i miei amici da due settimane, non vado ai giardini a vedere i fiori che sbocciano, non faccio ciò che da anni faccio almeno una volta a settimana: andare a cena fuori.
Oggi #aiutiamoiristoratori vede come protagonista “Polpette e Crescentine” un locale unico a Bologna che mette in tavola tutto il bello dell’Emilia Romagna dalle tigelle alla spuma di mortadella, dal prosciutto di Parma allo squacquerone romagnolo.
Cercherò di mettere in luce , grazie alle parole di Bianca, proprietaria di Polpette e Crescentine, il punto di vista dei ristoratori, farvi scoprire cosa c’è dietro le quinte, sperando che voi possiate diffonderlo e, in questo tempo di quarantena, rifletterci su. Come stiamo leggendo sui social in questo periodo “Sono i piccoli negozi che tengono viva la città, penso che ora più che mai ve ne stiate rendendo conto.
Ricordatevi di ciò che stanno perdendo in questi giorni e dei sacrifici che faranno quando riapriranno”.
Giorno dopo giorno, tutto è cambiato
“La settimana scorsa i posti a sedere da 50 erano divenuti circa la metà per ottemperare le distanze interpersonali, adesso purtroppo 0. Questa è la situazione dei tanti ristoratori bolognesi e italiani dopo l’ultimo decreto del Presidente del Consiglio. L’accesso al pubblico non è consentito ma il nostro personale continua a lavorare: collaboriamo da anni con il servizio di delivery grazie a MyMenu, con la consegna a domicilio a nostro carico, gratuita per il cliente in un momento come questo. Cerco anche di aggiungere all’ordine del cliente del pane e un dolcino per cercare di portare il buon umore nelle case dei bolognesi.
Eravamo già attentissimi alle norme igieniche avendo anche la cucina a vista, avevamo inoltre distanziato i tavoli, pulivamo scrupolosamente tutte le superfici, utilizzavamo (e utilizziamo) i guanti. Abbiamo adottato tutte le misure per assicurare un servizio che sia il migliore possibile.”
C’è stata una discesa graduale divenuta ormai totale.
“Il lavoro ha iniziato a venire meno durante il weekend per poi calare drasticamente durante la settimana.
Ho sentito dire Se i ristoranti una settimana non lavorano non succede niente ma il problema non è ora ma oggi, domani, nei prossimi mesi. Bisogna pensare alle famiglie che lavorano, ai dipendenti, ai fornitori, a tutte queste persone da sfamare.”
“Noi ci troviamo al Mercato delle Erbe, luogo di culto anche e soprattutto per gli anziani che, quando erano bambini, venivano qui con la mamma o la nonna per andare in bottega e prendere il salume. Credo proprio che tutto questo porterà un cambiamento sostanziale nella nostra vita, anche a livello di cultura e società.”
La chiusura dei ristoranti porta al blocco di tanti settori, dalle industrie che producono le tovagliette e le stoviglie alle tipografie che stampano i menù. Senza dimenticarsi dei fornitori e produttori di generi alimentari, “Come farà il mio macellaio di fiducia? Se un tempo gli ordinavo 10, adesso 0. Come sopravvivrà la sua realtà?”
Sono interrogativi a cui non so rispondere, quella con Bianca è stata una chiacchierata che, ancora di più, mi ha fatto capire quanto sia importante dare voce a tutti gli imprenditori e ristoratori della mia città. Dovremo essere tutti in prima linea, un domani, a sostenere le botteghe e le attività della nostra Italia.
Vi lascio, un po’ a malincuore, con queste parole di Bianca, che condivido e che spero diventino presto realtà:
“Noi italiani siamo esseri incredibilmente sociali, se viene meno la socialità tra di noi, noi moriamo come popolo. Speriamo che questo finisca quanto prima così da poter rivedere i sorrisi dei nostri clienti e far sì che questo momento diventi solo un brutto ricordo.”
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Foto tratte dal sito di Polpette e Crescentine: Niko Boi